ADA BONI: LA DEA DELLA CUCINA

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ADA BONI: LA DEA DELLA CUCINA

Un altro assaggio goloso del mio nuovo libro.  Dopo Petronilla e le Donne di picche, eccovi invece una Donna di cuori.  E che donna! A lei, noi casalinghe inquiete italiane, dobbiamo tutto.  Da: “Fornelli d’Italia, 150 anni di storia del nostro Paese raccontati da piccole e grandi cuoche”- Stefania Aphel Barzini- Edizioni Mondadori- Dal 1 aprile nelle librerie.

Una cosa è certa.  Chi di noi donne si occupa di cibo ma anche chi più  semplicemente ama cucinare e lo fa con passione e divertimento, ad Ada Boni deve molto.  Ada è la Dama di Cuori per eccellenza, una che dell’arte del cucinare ne ha fatto una ragione di vita.  Le poche fotografie di questa signora romana della buona borghesia arrivano fino a noi, ci mostrano una donna non troppo alta, rotondetta, una faccia larga e sorridente, una crocchia di capelli bianchi ad incorniciarle il viso, un sobrio chemisier a fiori, seduta in una comoda poltrona di una casa molto borghese mentre sfoglia Arianna, rivista femminile per donne colte e intelligenti in voga negli anni del boom.  Di fronte a lei un camino, alle pareti quadri e busti di marmo, sugli scaffali fiori e soprammobili.  Ada è infatti l’immagine stessa della romanità bene dei tempi: appartamento a Palazzo Odescalchi e villa estiva a Santa Marinella dove intrattenere ospiti con buona conversazione, pranzetti succulenti, tavole ben apparecchiate e naturalmente bon ton e un certo decoro.  Il nipote, Marcello Tambone, affermato architetto romano, la ricorda così: “ E’ stata una donna dolce, dedicata totalmente alla famiglia, come forse non è più possibile nella attuale società. Una donna che non ho mai avuto occasione di veder uscire durante la stagione estiva, nel suo abito chiaro, senza il fedele ombrellino per il sole, quasi fosse uscita da una stampa della Belle époque”. La signora nasce Gianquinto, il che già di per sé è una garanzia per chi voglia occuparsi di cucina.  Lo zio paterno, Adolfo, è infatti chef, autore di ricettari e fondatore della rivista Il Messaggero della Cucina.  La piccola Ada si dimostra un’allieva precoce e a soli dieci anni inventa e prepara la sua prima ricetta.  Si sposa poi con Enrico Boni, rampollo di una famosa famiglia di orafi romani, anch’egli patito di cucina e amico niente meno che di Auguste Escoffier, il nume tutelare dell’alta ristorazione francese che fin dall’inizio la incoraggerà nelle sue imprese culinarie.  Che non sono poche.  Nel 1915 infatti Ada fonderà e dirigerà Preziosa, rivista di cucina ed economia domestica solo per abbonati che da subito avrà grande successo tanto che un giorno, all’Augusteo, durante un concerto del celebre violoncellista Livio Boni, fratello di Enrico, al quale è presente anche la Regina Margherita, quest’ultima, saputo che Ada è in sala, lascia il suo seguito di dame di corte e dignitari per andarla a cercare, e quando la incontra la stringe in un colorissimo abbraccio, che, affermail nipote Marcello: “Lascerà la zia felice ed emozionatissima”. Aprirà poi una scuola di cucina assai frequentata dal bel mondo e  dall’aristocrazia romana, per finire nel 1927, a pubblicare la prima edizione de Il Talismano della Felicità, un librone da 600 ricette, arrivate poi a 2139 nell’ultima edizione.  Ricette, ancora oggi, tutte assolutamente riproducibili, il che in tempi di cucina da vedere più che da mangiare non è certo affare da poco.  Ma perché parlare, negli anni del boom,  di una signora nata negli ultimi anni dell’800 e di un libro pubblicato alla fine degli anni ’20 del secolo scorso? Perché se è vero che il Talismano è stato pubblicato ben prima del boom, è vero anche che allora l’assillo principale era quello di procurarsi il cibo più che di cucinarlo.  E’ invece negli anni ’60 quando la fame si è finalmente estinta che il ricettario conosce la vera fama, che resterà invariata fino ai giorni d’oggi.   E’ un libro che si rivolge ad un pubblico ben preciso, la piccola e media borghesia emergente, donne che adesso possono permettersi la cameriera ma non la cuoca, giovani massaie le cui ambizioni sono quelle di mantenere la famiglia unita, di accattivarsi i mariti con la buona cucina, risparmiando allo stesso tempo.  A loro Ada parla come un’amica “la donna di casa che ha eseguito i piatti con l’occhio vigile al risultato e al borsellino”. Ben presto Il Talismano diventa il dono più gradito da fare alle giovani spose, abitudine che perdura nei tempi, ancora oggi infatti il ricettario ha il suo picco di vendite nei mesi che vanno da Aprile a Giugno, quelli in cui da sempre si celebrano i matrimoni.  La vera rivoluzione sta però nelle sostanza, non nella forma.  E’ la prima volta che la cucina non è vista come una lotta quotidiana, un estenuante corpo a corpo, un dovere da sopportare, non certo da amare.  Per la Boni infatti spentolare è un impegno divertente e gratificante, “ la più gaia delle arti, e insieme la più piacevole delle scienze, un campo assai più modesto degli altri, ma di grande utilità pratica”.  D’altronde l’intento è già chiaro nel titolo, chi prima d’ora ha mai avvicinato la parola cucina alla parola felicità? Il Talismano vuole essere molto più di un semplice ricettario, è un oggetto, un aiutante magico che grazie alle abili mani della fata-cuoca, crea incantesimi e sortilegi”
Certo si può obiettare che spesso il tono dell’autrice sia un po’ elitario, le norme di bon ton da osservare, ad esempio, nei casi in cui si abbiano ospiti principi, cardinali, rappresentanti dell’aristocrazia, (La padrona di casa non deve cedere il suo posto a capotavola che a un principe della Casa regnante o della Chiesa), possono solo far sorridere, così come la dedica nell’introduzione:  “Di Voi, Signore e Signorine, molte sanno suonare bene il pianoforte o cantare con grazia squisita, molte altre hanno ambitissimi titoli di studi superiori, conoscono le lingue straniere, sono piacevoli letterate o fini pittrici, ed altre ancora sono esperte nel “tennis” o nel “golf”, o guidano con salda mano il volante di una lussuosa automobile. Ma, ahimè, non certo tutte, facendo un piccolo esame di coscienza, potreste affermare di saper cuocere alla perfezione due uova “al guscio”…
Pensate che non vi può essere una vera felicità là dove viene trascurata una parte così essenziale della nostra vita di tutti i giorni: l’alimentazione.Voi risponderete che è molto facile trovare una cuoca e trarsi rapidamente d’imbarazzo. Ebbene no. Ciò poteva accadere molti anni addietro; ma adesso, credete, questi tempi felici sono passati, e le cuoche si fanno sempre più rare …Un menù semplice e ben eseguito è la pace della famiglia, ed è anche la certezza di vedere apparire a casa il Vostro compagno non appena i suoi affari e o il suo impiego lo lasceranno libero.”
Certo, a volte il tono è inutilmente pedante, come quando scrive: “tagliare il pezzo di carne con il coltello”, o troppo tronfio e borioso nell’affermare che Pellegrino Artusi è “il nume tutelare di tutte le famiglie dove non si sa cucinare”.  Però Ada sa raccontare, consistenze, aromi, sapori, la magia e la creatività della cucina, e lo fa con uno stile elegante e appassionato, dimenticando i francesismi allora in voga, “uova al guscio” dunque e non “uova à la coque”, “vitello uso tonno” al posto di “vitel tonnè”.  Sa raccontare la varietà e la ricchezza di una cucina come quella italiana, compito non facile, 85 diversi modi per cuocere un uovo sono un bel record,
ma lo fa lasciando spazio ad una certa approssimazione sui tempi di cottura, ben cosciente che per capire l’anima di un piatto bisogna provarlo e riprovarlo, usando fantasia e creatività.  Un libro inossidabile, che resiste alle mode e ai tempi, tradotto e venduto in tutto il mondo, l’opposto del “gastronomicamente corretto” che oggi va tanto di moda, niente “light”, nessuna ricetta “facile, veloce, moderna”, piuttosto Ada cerca di vendere alle donne la sua ricetta della felicità, il segreto per trasformare l’esistenza in momenti di gioia, di serenità, di armonia e calore perché “non vi possa essere una vera felicità là dove viene trascurata una parte così essenziale della nostra vita di tutti i giorni, cioè l’alimentazione”. 

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