CONFESSIONI DI UNA MASSAGGIATRICE DI POLLI.

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CONFESSIONI DI UNA MASSAGGIATRICE DI POLLI.

Devo fare una confessione e lo so mi attirerò un sacco di critiche da parte di vegani, vegetariani, difensori degli animali ecc.  Ma tanto ci sono abituata.  La gente pensa che io sia una pazza criminale che odia le beste.  Invece non è così, amo gli animali, li amo così tanto che a volte li mangio.  Li ho trattati e allevati con cura, tutti quelli che ho avuto, con me polli, conigli, agnelli, tacchini, maiali, anatre e oche hanno sempre trascorso una bella vita e anche una fine il più indolore possibile.  Non solo, sono stati amati e rispettati anche post mortem.  Cucinati nel modo migliore e apprezzati da chiunque li abbia assaggiati.  Detto ciò potrebbe sembrare che io sia una carnivora assatanata, invece sono solo una modestissima mangiatrice di carne, non per questioni etiche ma perchè non mi è mai troppo piaciuta, fin da piccola ho sviluppato un’anima pastaiola che non ho mai tradito.  Mi piacciono i volatili, i conigli, e gli agnelli.  Salami e prosciutti. Molto meno mucche e vitelli.  Però, e qui sta la perversione, ma senza perversioni che vita sarebbe? Adoro i macellai.  Da sempre.  Uno dei piaceri della mia esistenza è smanettare carne cruda.  Tutto mi piace di lei, forma, odore, consistenza.  La carne non la compro al supermercato, in parte perchè voglio sapere chi sono le bestie che mangio, da dove vengono, cosa hanno mangiato, ma molto perchè non amo l’incellofanato.  Mi piace guardare il macellaio che soppesa le fettine, affila i suoi coltelli, assesta la carne sul tagliere.  Lo faccio anche io a casa mia, credo di avere una vocazione naturale, adoro tritare, affettare, tagliare nervi ed eliminare grasso in eccesso.   Eviscerare i polli e le galline, fare polpette, imbottire tacchini mi regala brividi di piacere.  Oggi, lo so, basta assai meno per essere condannati al rogo.  Forse la mia perversione ha a che fare con l’essere nata agli inizi degli anni ’50, a soli 7 anni dalla fine della guerra.  Allora la gente avrebbe ucciso il nonno per una bistecca alla brace e chi mangiava salsicce non era considerato un monatto quanto uno che se lo poteva permettere, e perciò guardato con invidia.  Sono poi cresciuta negli anni ’60, con l’arrivo del boom la carne, polli, soprattutto polli, sono diventati il piatto per eccellenza della domenica. Nella casa di campagna che mio padre aveva costruita con i primi soldi fatti in quegli anni, lui cucinava con fervore appassionato.  Le domeniche erano le sue giornate gloriose, quelle in cui la casa si apriva agli aimici e si mangiava fino allo stordimento.  Arrivavano, per la cerimonia, intere carovane cammellate di adulti e bambini, mai meno di una trentina di persone, mentre mio padre cadeva vittima di una frenesia convulsa sin dalle prime ore del mattino.  Venivano affettati interi prosciutti, e poi lonze, coppe e mortadelle, salamini e salsiccette, teglie enormi di lasagne entravano ed uscivano dal forno a legna fatto costruire in giardino, probabilmente l’edificio più frequentato della casa. E poi polli, quantitativi pantagruelici di polli che erano oliati, conditi, speziati, avvolti in larghe fette di pancetta e massaggiati per ore.  Mio padre amava massaggiare tacchini e pollastrelli sostenendo che così facendo le carni si ammorbidissero diventando più saporite.  Non so se questo fosse effettivamente vero, sta di fatto però che quelli furono sicuramente i polli migliori che io abbia assaggiato.  Più di ogni altra cosa a sconcertarmi era l’espressione rapita che gli illuminava il viso mentre con ardore palpava volatili, era evidente che quel contatto fisico gli piaceva veramente. Oggi massaggio polli anch’io e quando lo faccio, perlomeno così sostengono i miei figli, cado in uno stato di trance incantato.

E dunque ok, sono gastronomicamente scorretta, ma lasciatemi campare, mangiare e massaggiare quanto e quello che mi pare.  Al mondo c’è chi si ammazza di pere, chi si gioca tutto alla roulette, chi beve fino alla morte.  Io in fondo mi limito a  massaggiare animali.  C’è di peggio.  E vi dico anche un’altra cosa, quando morirò se ci fosse qualcuno così gentile che avesse voglia di venirmi a massaggiare, che mi ungesse, mi speziasse, mi avvolgesse nella pancetta, io, lo dico con certezza, ne sarei molto felice.  E se poi voleste arrostirmi e mangiarmi con gli amici non farei certo obiezioni.

 

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