ITALIAN SOUNDING: DANNO O OPPORTUNITA’?

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ITALIAN SOUNDING: DANNO O OPPORTUNITA’?

Questo è stato il titolo di un dibattito, peraltro assai interessante che si è svolto a TASTE, al quale hanno partecipato, oltre naturalmente al giornalista  Davide Paolini, patron di casa, ai numerosi direttori di consorzi, parmigiano reggiano, mortadella e salumi bolognesi, prosciutto di San Daniele, mozzarella di bufala campana, olii e vini, anche Oscar Farinetti, il geniale imprenditore di Eataly e Oliviero Toscani, autore di discusse campagne fotografiche.  Tutti insieme a parlare di Italian Sounding.  Non tutti magari sapete cosa sia, è quel fenomeno per cui all’estero, utilizzano i nostri marchi per promuovere prodotti che di italiano non hanno proprio nulla.  Un fenomeno grave e in espansione.  Ora io ieri ho sentito molto parlare di “difesa” dei nostri prodotti e di “maggiore consapevolezza dei nostri valori”.  Magari mi sbaglio ma a me sembra che a forza di restare in difesa, asserragliati dietro alla linea gotica, non facciamo altro che perdere terreno, un po’ come a calcio.  In quanto alla consapevolezza a me sembra che ci ne sia anche troppa e forse questo è proprio uno dei problemi. Mi spiego meglio: credo sia arrivato il momento di partire all’attacco, vale a dire di cominciare a promuovere in maniera giusta i nostri marchi, lo facciamo poco e male.  E qui si aggancia il secondo aspetto.  Lo facciamo poco e male, secondo me, anche per un eccesso di consapevolezza che sconfina spesso in arroganza.  E’ un po’ quello che accade al nostro turismo e alla nostra arte.  Siamo convinti, a ragione, di avere uno, se non il, patrimonio artistico migliore del mondo, abbiamo Michelangelo, Raffaello, Giotto.  Basta la parola.  Siamo convinti di avere uno dei paesi più belli del mondo. Abbiamo la costiera Amalfitana, Roma, Venezia, Firenze.  Basta la parola.  Siamo convinti di avere il cibo migliore del mondo. Abbiamo il Parmigiano Reggiano, il prosciutto di Parma, la mozzarella di bufala.  Basta la parola.  E invece non basta affatto.  Questo eccesso di consapevolezza fa sì che noi siamo convinti che tutto il Paese Italia, con i suoi annessi e connessi si venda da solo, senza bisogno di cure, attenzioni, promozioni.  Beh non è così.  Io per esperienza diretta, avendoci vissuto, conosco bene il mercato americano.  Ieri da molti illustri partecipanti al dibattito ho sentito dire che gli Americani non spendono soldi per il cibo.  Sorpresa.  Non è affatto vero.  E’ solo che se l’americano al supermercato trova a pochi centesimi di dollaro i famigerati barattolini verdi di Parmesan per quale motivo dovrebbe spendere tre o quattro volte di più per il parmigiano reggiano made in Italy? Perchè quest’ultimo è più buono e più sano, e per questo costa di più.  Ma se noi all’americano questo nostro prodotto non glielo facciamo assaggiare, paragonandolo all’altro e spiegando come e dove viene prodotto, poi non ci si meravigli se l’americano compra il verde barattolino.  Educazione al gusto, promozione, degustazioni.  Questa è la chiave.  Perchè gli americani, e il successo di  Eataly negli Stati Uniti ne è il segno, le differenze le capiscono eccome, e sono pronti a spendere per il cibo, se è buono,  molto di più di quanto non facciamo noi.  Di Farinetti si possono dire tante cose ma di certo non che non sia un geniale imprenditore.  La sua proposta ieri era quella di partire dal basso, di unire tutti i prodotti italiani sotto un unico scudetto Italia, di nominare ambasciatori di questo scudetto tutta una serie di personaggi famosi che viaggiano il mondo, dopo che il marchio è stato stabilito, allora si può cominciare a fare differenziazioni, le dop,le ipg, i marchi di qualità ecc.  Ma prima vendiamo insieme il Sistema Italia, senza protagonismi nè prime donne.  Facciamolo per il nostro Paese e per noi stessi.  Perchè come dice Farinetti, prima ci si lava e poi ci si veste, inutile indossare abiti alla moda e poi farsi la doccia: nessuno si accorgerà della nostra eleganza.  E non è che abbia tutti i torti! E per tornare al titolo del convegno, se riusciamo a capire l’immensa opportunità che il fenomeno dell’Italian sounding ci profila, se le afferriamo e ci lavoriamo sopra, allora il futuro sarà nostro,perchè davvero abbiamo i prodotti migliori del mondo.  Altrimenti i danni saranno irreversibili e ci resterà solo da piangere.  Su noi stessi.

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