OSSESSIONE SUPPLI’!

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OSSESSIONE SUPPLI’!

Da sempre e per sempre, fa parte del mio essere nata a Roma, nel cuore e nel palato, ho due grandi amori: il maritozzo, del quale vi ho già parlato e ve ne ho anche dato ricetta, e il supplì.  Noi Romani siamo ossessionati dai supplì, stiliamo classifiche dei migliori in città, litighiamo se siano meglio i bianchi o i rossi, facciamo lunghe(e noiosissime per chi non sia romano) disquisizione sulle consistenza della panura (che non deve essere troppo sottile e perfettamente croccante), sulla filatura, elemento importantissimo, che deve essere morbida e lunga, molto lunga.  Il supplì è un attimo di felicità nella giornata.  Ti fermi, lo compri, lo mangi in strada, condividendo il tuo orgasmo con il resto della città.  Già perché mangiare supplì è un atto pubblico, una copula all’aria aperta, tanto più goduta se ne partecipa anche la gente, quella che cammina per strada insieme a te.  Io per lunghi periodi della mia vita ho vissuto di supplì, ero giovane, la mia prima casa da sola, senza soldi.  I supplì offrivano due importanti requisiti: costavano poco e gratificavano il palato, Ne mangiavo a chilate, bollenti, rossi, con la mozzarella che filava lunghissima, come il filo del telefono, supplì al telefono come si dice a Roma.  Devo anche confessare che i miei supplì arrivavano da un luogo di cui quasi non si poteva dire il nome ad alta voce: la rosticceria  Il Delfino, a Largo Argentina, tutt’ora aperta.  Tutta la città mormorava che chi osasse mangiare i supplì del Delfino sarebbe presto morto di cirrosi epatica, tanto il fritto era pesante, ma poi ci andavano tutti, senza dirlo, di nascosto.  E’ vero, i loro supplì erano unti e pesanti ma a me sembravano buonissimi, la fame, spesso, fa di questi scherzi.

Tutto questo preambolo è per raccontarvi il mio entusiasmo per l’apertura di Supplizio, ultimo tempio della frittura a Roma.  In verità Supplizio è aperto già da qualche mese ma io detesto scrivere di luoghi appena inaugurati, di cui tutti parlano con enfasi. Vale lo stesso per i film e per i libri, se c’è troppo entusiasmo li guardo e li leggo solo molto tempo dopo.  Per me, perché ne scriva devono reggere al tempo, resistere anche dopo gli attimi eccitati e frenetici dei primi mesi.  E dunque ne scrivo ora.  Perché Supplizio in effetti resiste e bene.  Ad aprire questa friggitoria è stato Arcangelo Dandini, cuoco a Roma molto noto, e il suo partner Lorenzo D’Ettorre.  Ed è qui che si può trovare il vero, autentico cibo di strada romano.  E non solo.  Già entrarci è un piacere.  Supplizio è nel cuore della vecchia Roma, una volta il locale era un negozio di antiquario ed è stato ristrutturato come fosse il salotto di una casa: pavimento in terracotta, lampade anni ’30, pareti in muratura.  Un’atmosfera accogliente e rilassata.  E poi arriva il cibo: supplì bianchi e rossi, le crocchette di patate affumicate, la pizza con la mortazza, il pane di Lariano con il burro di Echiré e le alici di Cetara, la “Ciavatta di Giggetto”, trattasi di panino con fettina panata e broccoletti ripassati, un pasto completo, la crema fritta con pecorino, zucchero e cannella.  E per finire Zuppa inglese, graffe fritte e i biscotti di Marcella.

Lo confesso, quando ho dato il primo morso al mio supplì mi è venuto da piangere: è stato come tornare bambina, ai fritti ineccepibili di mia madre e prima di mia nonna, due tra le più potenti fate della frittura.  Perfetto, semplicemente perfetto, la giusta croccante doratura, il riso cotto a puntino e la mozzarella che filava, filava! Ho mangiato quasi tutto ciò che la friggitoria mi offriva, una sorpresa dopo l’altra.  Dopo temevo che la notte sarebbe stata infernale, che presto sarebbe arrivata la giusta punizione a tanta abboffata.  In fondo sono una vecchia signora e il mio fegato non è più quello di una volta.  E invece non ho avuto bisogno nemmeno di un Malox, niente sveglia alle tre del mattino con la bocca riarsa e lo stomaco in subbuglio.  Perfetto, semplicemente perfetto.  La sola nota stonata in tanta perfezione è stata il prezzo: tre euro per un supplì sono tanti.  Però ne è valsa la pena.  E poi la perfezione non è tale se non mostra almeno un piccolo difetto.

SUPPLIZIO: Via dei Banchi Vecchi 143-06 89160053- supplizioroma@gmail.com

 

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