SFINCIONI E PANELLE

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SFINCIONI E PANELLE

Sto per partire per la mia adorata isola siciliana e quindi vorrei raccontare storie di cibi e squisitezze siciliane che molto amo.

U SFINCIUNI

Lo sfincio è un tipico piatto palermitano, caratteristico del periodo natalizio, una sorta di  equivalente siciliano della Pizza Napoletana. E’ una pietanza povera e nasce dalla necessità di non presentare, per le feste, il solito pane.  E’ probabilmente di derivazione araba ma il nome gli é stato dato in Sicilia, sfincia in siciliano é qualcosa di soffice tanto che esiste a riguardo anche un detto: é muoddu comu na sfincia, é morbido per l’appunto come uno sfincio.  Sono in molti però a credere che lo sfincio sia stato inventato da alcune suore, all’interno del monastero di San Vito a Palermo.

LO SFINCIONE DI BAGHERIA

In alcuni paesi del palermitano, lo sfincione rappresenta il “pane e companatico” di origine contadina. A Bagheria per esempio è il tradizionale piatto principale del menù che si prepara il giorno prima di ogni festa natalizia, l’Immacolata, il Natale, il Capodanno e l’ Epifania.

La preparazione di questi sfincioni avveniva esclusivamente in questo periodo o come riferisce il Pitrè, quando ci si preparava per la festa del fidanzamento, il cosiddetto appuntamientu, che avveniva in casa della promessa sposa. La cosa essenziale era l’infornata che doveva essere fatta con il forno a legna. A Bagheria ne esistono ancora due che risalgono alla seconda metà dell’800 e hanno la stessa tipologia “romana”: volta a cupola e forma circolare, grandi per essere utilizzati ad uso pubblico.  Era usanza che gli sfincioni, a Bagheria, sia quelli venduti dai fornai o preparati dalle massaie, venissero cotti nei forni pubblici. Le massaie quindi, dopo averli preparati, li portavano al forno per l’infornata e i proprietari del forno venivano retribuiti con un compenso. E ancora oggi a Bagheria la sera delle vigilie tutto il paese è inondato dal profumo delle teglie che vanno e vengono da un forno all’altro.

L’ABBANNIU

 L’abbanniu, l’abbaiata, é il grido del venditore di sfinci che gira per le città, una volta su un carretto e oggi sui lapini, veicoli a tre ruote strillando nel megafono per vendere i suoi prodotti.  I tempi cambiano ma le grida restano le stesse: “Accattativi u sfincionello! Va tastalu! Scarsu r’ogghiu e chinu i pruvulazzu! Chi ciavuru! Too u coluri c’ha taliati! Chistu sunnu cosi ra bella vieru!” Ovverosia: “ Compratevi lo sfincio! Assaggialo! Scarso d’olio e pieno di polvere! (lo sfincione è cibo popolare e di strada, infatti viaggiava per le vie caricato sulle “lape” le motorette Api e quindi si riempiva di polvere, grazie all’amica Cettina Palmeri che mi ha raccontato questa storia NdA)  Che odore! Tu, il colore devi guardare, sono cose veramente belle!”

 

 

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